di Federico Batini
Per costruire consapevolmente la propria identità, gestire attivamente la propria vita, per rispondere al bisogno di controllo che ogni soggetto ha circa la propria esistenza ed il proprio futuro, per diventare cittadino, autore e protagonista della propria vita proponiamo di lavorare in due direzioni: lo sviluppo o l’acquisizione di alcune competenze narrative e la condivisione con gli altri di segmenti narrativi su noi stessi, sulla nostra esperienza, sull’esperienza che condividiamo all’interno di una società. I materiali e le competenze ci consentono di scambiare significati circa gli eventi, le esperienze, le emozioni ed i sentimenti con gli altri, ma senza materiali non potremmo, letteralmente, vivere, o meglio, attribuire senso a questi eventi, esperienze, emozioni e sentimenti (riducendo le possibilità di attribuzione di senso si riducono le .possibilità di vita.). I materiali narrativi che utilizziamo traggono la loro origine da esperienze nostre ed altrui e dai vari tipi di fiction e ci sono utili per costituire serbatoi e repertori che, a loro volta, usiamo per vivere e comprendere la nostra e altrui esperienza (dalle quali preleviamo materiali ulteriori).
Le competenze narrative, oggi sono estremamente rilevanti e, secondo quanto dimostrato dalle ricerche e dalle riflessioni attorno al tema dell’orientamento narrativo, sono implementabili attraverso una serie di attività sperimentate a partire dal 1997 (Batini, Giusti, a cura di, 2009a) che fanno riferimento ai processi di consapevolezza, autorialità e controllo dei soggetti circa la propria vita e le proprie scelte, costruite intorno alla fruizione ed all’utilizzo di narrazioni che costituiscono lo stimolo e danno origine a quelle attività.
La possibilità di pensare e progettare questo metodo e le relative strumentazioni ed attività è stata consentita da alcune acquisizioni che meritano di essere qui richiamate. Una dimensione importante è senza dubbio la “scoperta”, relativamente recente, ma soltanto per il panorama italiano, di una modalità particolare del pensiero umano denominato pensiero narrativo: “ci sono due tipi di funzionamento cognitivo, due modi di pensare, ognuno dei quali fornisce un proprio metodo particolare di ordinamento dell’esperienza e di costruzione della realtà. Questi due modi di pensare, pur essendo complementari, sono irriducibili l’uno all’altro. Qualsiasi tentativo di ricondurli l’uno all’altro o di ignorare l’uno a vantaggio dell’altro produce inevitabilmente l’effetto di farci perdere di vista la ricchezza e la varietà del pensiero. Ognuno di questi tipi di pensiero, inoltre possiede principi operativi propri e propri criteri di validità. Altrettanto radicalmente diverse sono le loro procedure di verifica.
Un buon racconto e un’argomentazione ben costruita rappresentano due generi di cose ovviamente molto diversi tra loro. È vero che ci si può servire di entrambi per convincere un’altra persona; ma le cose di cui essi convincono sono fondamentalmente diverse tra loro: le argomentazioni ci convincono della propria verità, i racconti della propria verosimiglianza. Le une sono suscettibili di verifica, appellandosi in definitiva alle procedure con cui si elabora una dimostrazione formale o empirica; gli altri non stabiliscono la verità ma la verosimiglianza. Qualcuno ha affermato che l’argomentazione è un’elaborazione più raffinata o più astratta del racconto. Ma una tesi del genere dev’essere vera o falsa solo in un senso estremamente superficiale e approssimativo. In realtà, come ho già osservato, argomentazione e racconto funzionano diversamente. La struttura di un’argomentazione logica ben costruita è radicalmente diversa da quella di un racconto efficacemente impostato. [.] I tipi di casualità impliciti in tali giudizi sono molto diversi nei due casi. Il termine allora riveste funzioni molto diverse nell’enunciato logico .se X, allora anche Y. e nel testo narrativo .il re morì e allora morì anche la regina.. Nel primo caso allude a una ricerca delle condizioni universali di verità, nel secondo a probabili rapporti particolari tra due eventi: un dolore mortale, il suicidio o un delitto.. (Bruner, 1986, ed. it. 2003, pp. 15-16; cfr. anche Smorti, 1994; 1997; 2007).
Per approfondimenti: F. Batini (2011), Storie, futuro e controllo. Le narrazioni come strumento di costruzione del futuro, Napoli, Liguori