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Alcuni progetti degli ultimi anni che fanno parte della nostra storia.

Neet

Il termine Neet è l’acronimo dell’espressione inglese Not in Education, Employment or Training (“Non lavora, non studia, non è in formazione”) e indica, dunque, quella popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni non impegnata in alcun percorso di tipo educativo, formativo e lavorativo, e che ha smesso di cercare lavoro per demotivazione o per perdita di “visione” del futuro o, anche, per una certa “rassegnazione” alla propria condizione (Clark, Ogawa e Matsukura, 2007). Originariamente il termine è stato utilizzato nel regno Unito (Nudzor 2010), nel luglio 1999, nel rapporto “Bridging the Gap” della Social Exclusion Unit. Il Primo Ministro Tony Blair aveva avanzato questa richiesta poiché, a suo avviso, come riportato nella prefazione del Bridging the Gap del 1999, “la migliore difesa contro l’esclusione sociale è avere un lavoro. E, il miglior modo per avere un lavoro è avere una buona educazione, con la giusta formazione ed esperienza. Ogni anno, tuttavia, circa 161.000 giovani tra i 16 e i 18 anni non sono impegnati in educazione formazione e lavoro. La maggior parte di questi giovani vive anni frustanti, che conducono, inesorabilmente, ad un abbassamento della retribuzione futura e peggiorano le loro prospettive lavorative” (Bridging the Gap, 1999, p. 6). Tra i differenti paesi, essendo il fenomeno di interesse mondiale, vi sono differenze sia nell’interpretazione dei Neet che nella fascia di età anagrafica considerata (Gracey, Kelly 2010, p.2; Spielhofer et al. 2009).

In Italia i Neet di 15-29 anni sono 2.257.664 (erano 400.000 in meno dieci anni fa), secondo le rilevazioni Istat (primo trimestre 2016) e sono invece 3.368.738 (erano 500.000 in meno dieci anni fa) se si estende la categoria ai 15-34 enni. Il dato di estremo interesse è quello che mette a confronto i Neet di 15-29 con quelli 18-29. Questi ultimi, infatti, sono 2.187.837 (erano 400000 in meno dieci anni fa) il che consente di individuare 70.000 ragazzi compresi tra i 15 e i 17 anni che non sono inseriti in alcun tipo di attività pur essendo fuori dai circuiti formativi. Il dato relativo alla fascia anagrafica inferiore è molto grave in quanto individua soggetti che sono collocati ancora nell’obbligo di istruzione e poi nell’obbligo formativo. In tutte le fasce considerate c’è una prevalenza femminile al contrario della percezione sociale che rovescia le proporzioni (Batini, Giusti, 2015).

La rilevanza dei costi, determinati dai quasi 3 milioni e mezzo di soggetti giovani non inseriti in alcun percorso né in alcuna attività, è impressionante. Il costo è rappresentato da due fattori principali: il costo vivo della persona nei confronti della società e i mancati introiti fiscali per lo Stato visto che ogni persona priva di reddito non contribuisce, attraverso l’imposizione fiscale, al funzionamento dello Stato. Proiettando questi costi nel futuro, trattandosi di giovani e incrociandoli ai dati relativi all’invecchiamento della popolazione italiana se ne intuisce, facilmente, il profilo tragico.

Si conoscono, invece, i dati relativi alla correlazione tra istruzione e futuro sviluppo (Barro, Wha Lee, 2015) che vede nell’incremento del livello di istruzione uno dei fattori decisivi per lo sviluppo. Il dato di estremo interesse è il fatto che sia la percentuale di spesa pubblica dedicata all’istruzione, anziché la cifra assoluta la determinante con maggiori effetti. Come si dice spesso, senza che alle dichiarazioni conseguano azioni coerenti, la spesa relativa all’istruzione non rappresenta un costo, bensì un investimento e come tale deve essere percepito a livello sociale, individuale e dai decisori politici.

 

[ Estratto da “Chi sono i Neet e perchè è importante agire con loro” di Federico Batini – Progetto NoNeet-Theleme- 2017 ]

No-Neet

NoNeet è un progetto che è stato finanziato dalla Fondazione CR di Firenze negli anni 2016-2017 e 2018.

Il progetto ha interessato i territori di Arezzo e Grosseto, e un numero rilevante di ragazzi e ragazze per contribuire a una ridefinizione della loro condizione.

Nelle tre edizioni del progetto sono stati quasi 1.ooo i Neet contatti e 250 quelli che hanno aderito.

Dall’esperienza di questo progetto condotto insieme all’Associazione L’Altra Città di Grosseto è nata una pubblicazione gratuita.

Ebook Gratuito

 

 

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No-Neet 1

OBIETTIVI:

l progetto nasce con la volontà di coinvolgere i giovani Neet (Not engaged in Education, Employment or Training) considerando la fascia di età 15-29 anni, in percorsi di orientamento/consulenza gratuiti finalizzati al supporto nella ridefinizione di sé e dei propri obiettivi, alla rilevazione e consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie competenze e al sostegno per la ricerca di lavoro o per il rientro in formazione. Il progetto aveva come capofila l’Associazione Altra Città di Grosseto; i partner principali sono stati il Ceis di Grosseto, Pratika di Arezzo e l’Università degli Studi di Perugia. Il progetto ha integrato, al proprio interno, un progetto sperimentale già presentato alla Regione Toscana (GiovaniSi) relativo al territorio di Grosseto e si configura come azione sperimentale tesa a realizzare percorsi, procedure e strumenti per la riattivazione e il successivo inserimento formativo o occupazionale dei Neet.

No Neet 1 ha intercettato i Neet delle aree di Arezzo e Grosseto.

 

No-Neet 1 a Grosseto

Il progetto No-Neet raccoglie l’esperienza del progetto “Verso l’Autonomia: percorsi di crescita personale e professionale al fine di facilitare l’inserimento di giovani Neet nel mondo del lavoro o in percorsi educativi e formativi”, di cui il Ce.I.S. di Grosseto è stato ente promotore. Alcuni dei ragazzi beneficiari del progetto No-Neet sono stati intercettati proprio grazie all’intervento progettuale realizzato dal Ce.I.S. e coloro che non hanno completato il percorso, hanno proseguito le attività con il progetto No-Neet. Le attività che sono state svolte sono consistite in percorsi di orientamento individuale e di gruppo.

Il percorso di orientamento si è strutturato in più incontri, principalmente individuali e, talvolta, di gruppo: il primo incontro ha avuto prevalentemente un valore conoscitivo e di presentazione dell’intervento progettuale.

Gli incontri successivi sono stati dedicati alla ricognizione di attività, interessi e a conoscere le proprie risorse per costruire un nuovo percorso, ed hanno visto l’utilizzo di vari strumenti:

  • curriculum vitae in formato Europass;
  • bilancio di competenze;
  • tecniche di ricerca attiva del lavoro.

Il curriculum vitae si è rivelato uno strumento fondamentale per ricostruire il percorso scolastico e professionale. Stimolare la riflessione sulle esperienze lavorative o anche solo scolastiche, declinando e analizzando nel dettaglio le attività svolte, ha consentito loro di acquisire consapevolezza sulle proprie capacità e mettere in relazione il proprio trascorso e i propri interessi e caratteristiche in modo da aumentare la loro consapevolezza di ciò che sono, di ciò che amano fare e di cosa riescono a fare bene. Oltre alla ricostruzione delle esperienze formative e lavorative, con il curriculum è stato fatto anche il lavoro di descrizione delle competenze di comunicazione, di quelle organizzative e professionali.

Per il bilancio di competenze sono state utilizzate schede o semplicemente stimoli introdotti dall’orientatore attraverso domande aperte, utili per analizzare esperienze, attitudini, abilità e interessi con l’intento di rilevare le capacità acquisite e le risorse messe in gioco in vista di uno o più obiettivi individuati e analizzati. Con il bilancio di competenze, alla dimensione retrospettiva sviluppata attraverso il curriculum, è stata aggiunta la dimensione prospettica che ha permesso ai giovani incontrati di ottenere un piano di azione che definiva tempi e modalità di attuazione del progetto personale e professionale individuato.

Durante gli incontri, individuali o di gruppo, sono state anche illustrate le modalità per ricercare le offerte di lavoro. Sono stati visionati siti internet, consultati i servizi online dei Centri per l’impiego territoriali, indirizzando i ragazzi ad una ricerca di lavoro il più possibile seria e mirata.

La promozione del Progetto “NoNEET” da parte del gruppo di lavoro, è stata realizzata coinvolgendo diversi attori sociali e intervenendo direttamente in strutture frequentate da giovani. Oltre ad azioni di comunicazione istituzionale e utilizzo di varie forme di pubblicità e promozione, si sono svolti: incontri presso parrocchie, incontri presso centri per l’impiego, incontri presso attori locali del terzo settore, incontri con partner e sostenitori, incontri con scuole e associazioni.

Rispetto ai 124 potenziali utenti si verifica la situazione seguente: 23 non hanno i requisiti per essere definiti Neet e dunque gli viene comunque fornita la possibilità di partecipare a percorsi individuali e di gruppo (15 accettano). Dei 101 aventi i requisiti hanno aderito al percorso 95 soggetti, dei quali 41 hanno effettuato il percorso relativo alla “cultura del lavoro”, mentre 54 hanno effettuato il percorso completo.

Gli esiti sono: 18 contratti di lavoro, 4 lavoro autonomo, 4 rientrati in istruzione e formazione e 10 attivati attraverso il volontariato.

L’intero percorso orientativo si è svolto in tre fasi, ognuna focalizzata a sviluppare particolari competenze utili all’empowerment e all’occupabilità del Neet:

  • la prima fase prevedeva l’accoglienza dei ragazzi, la presentazione dei percorsi e la pattuizione (contratto formativo/orientativo);
  • la seconda fase è stata quella in cui sono stati attivati i percorsi individuali e i laboratori di gruppo;
  • la terza e l’ultima fase ha visto l’accompagnamento al CPI (Garanzia Giovani) ed esperienze di volontariato oltre ad incontri con testimoni e aziende.

I percorsi hanno riguardato sia italiani che migranti.

In particolare tra i beneficiari del progetto relativo al percorso della “cultura del lavoro” ci sono stati 16 ragazzi richiedenti asilo ospiti della struttura di accoglienza di Batignano (frazione di Grosseto), con i quali è stato fatto un percorso di orientamento strutturato in incontri di gruppo. I primi incontri sono stati rivolti alla spiegazione di cosa è un curriculum, a cosa serve, quali sono le informazioni che lo compongono. Nell’occasione sono state raccolte le informazioni per redigere il curriculum in formato Europass. Nel secondo incontro, è stato consegnato a ciascun ragazzo il curriculum in italiano e, in alcuni casi, anche in inglese. Sono state inoltre illustrate le modalità di ricerca del lavoro, partendo sempre dalla constatazione che per cercare e trovare lavoro in Italia è necessario imparare la lingua italiana.

Gli orientatori hanno svolto anche il ruolo di facilitatori nei colloqui con i consulenti del Centro per l’Impiego, rendendo consapevoli i ragazzi stessi di come si accede ad un servizio pubblico volto alla ricerca del lavoro. Nell’occasione molti di loro sono stati iscritti al programma Garanzia Giovani (Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile.)

 

No-Neet 1 a Arezzo

Per quanto concerne il territorio di Arezzo il reperimento dei giovani ha riguardato sia italiani che migranti.

La prima azione del progetto NONEET, in riferimento a dropout, diplomati e laureati italiani, ha previsto la diffusione e divulgazione dell’iniziativa attraverso canali formali e informali al fine di reperire partecipanti.

  • Sono state inviate oltre 400 lettere cartacee a nominativi di diplomati degli anni precedenti indicati dagli Istituti Scolastici di secondo grado della Provincia di Arezzo, in particolare pre-selezionando i non attivi.
  • Downolad di cv di laureati da oltre un anno, non occupati attraverso Almalaurea e invio di comunicazione personalizzata (206).
  • Contatto con organizzazioni, associazioni del territorio aretino, biblioteche, Informagiovani chiedendo la promozione del nostro progetto (oltre 40 associazioni contattate)
  • Pubblicazione di articoli promozionali su stampa locale cartaceo (Corriere di Arezzo) e testate web per la diffusione dell’iniziativa.
  • Pubblicazione dell’iniziativa su canali istituzionali (Es. sito dell’Unione dei Comuni della Prov. di Arezzo http://www.valtiberina.toscana.it/
  • Intervista in diretta sul progetto su Web Radio (Radio Valtiberina)
  • Promozione presso Istituti di istruzione secondari di secondo grado, Università del polo aretino anche attraverso il contatto diretto con docenti
  • Associazioni di categoria e sindacati
  • Centri impiego e Provincia di Arezzo
  • Reperimento interessati attraverso la promozione diretta ad utenti fuoriusciti da percorsi di qualifica professionale.
  • Contatto con Associazioni del territorio che si occupano di Accoglienza dei Migranti e rifugiati

Da queste azioni di promozione hanno aderito al percorso 40 ragazzi Neet (25 diplomati o titolo inferiore, 15 laureati). Tra i diplomati o titoli inferiore sono compresi anche 6 dropout (licenza media).

Una volta terminata la fase di reperimento, ogni gruppo formatosi ha iniziato il suo percorso strutturato in 5 azioni.

La prima azione ha visto come partecipanti 40 ragazzi (organizzati in tre gruppi successivi) che hanno potuto usufruire di un’intervista di autobiografia ragionata seguendo il modello Draperì (gli operatori sono stati formati dallo stesso esperto francese).

Nella fase successiva, suddivisa in 5 incontri della durata di 4 ore, i gruppi hanno conosciuto delle defezioni, nonostante la massima cura degli operatori coinvolti nel sollecitare la partecipazione anche attraverso contatti diretti (mail e telefono). Il gruppo iniziale di 40 soggetti dopo il primo incontro di gruppo si è ridotto a 17 soggetti.

La seconda azione ha previsto un percorso di bilancio che si è basato sul metodo dell’orientamento narrativo, finalizzato alla creazione di un obiettivo professionale. L’intero percorso è stato erogato con l’ausilio dei PC e accompagnato da una narrazione guida, costituita dal film Divergent (2014) usato come metafora per la differenza di cui ciascuno è portatore e per la difficoltà a inserire le persone in categoria pre-determinate (la metafora del Neet, definito attraverso ciò che non fa andava così a essere “aggredita” pur restando sullo sfondo). Ogni sessione di lavoro ha previsto attività individuali e altre da condividere con il gruppo. Il bilancio ha permesso di ricostruire il proprio percorso formativo e professionale; esplorare le proprie caratteristiche personali, individuare e riconoscere le proprie capacità, conoscere le differenti figure professionali esistenti e individuare la propria professione in rapporto alle caratteristiche personali.

La terza azione ha previsto un percorso di tecniche di ricerca attiva del lavoro. In questa fase il gruppo doveva svolgere soltanto un incontro di 5 ore, ma nella quasi totalità dei casi il percorso è proseguito con incontri individuali e di gruppo.

Durante il percorso le attività svolte sono state le seguenti:

  • redazione del proprio cv in formato Europass
  • simulazione (ed in alcuni casi effettiva realizzazione) dell’intero processo utile a ricercare le aziende per auto-candidatura (utilizzo pagine gialle, infoimprese, linkedin, fiere ecc.) e ricerca annunci
  • decodifica delle informazioni sui canali istituzionali (Idolweb, Erues, Lavoroxte) e spiegazione del funzionamento degli enti accreditati all’intermediazione (Centri impiego, agenzie Interinali, Placement Universitario)
  • ricerca opportunità formative in Italia e all’estero (Universitaly, Consultazione cataloghi offerte formative, Programma Erasmus Plus, Campi di volontariato ecc).

La quarta e ultima azione ha previsto un colloquio di orientamento personalizzato.

Alla fine del percorso di gruppo il ragazzo è stato sottoposto ad un nuovo colloquio di chiusura. Questo ha permesso, attraverso l’ausilio di un consulente di orientamento specializzato, di redigere il proprio piano di azione per raggiungere l’obiettivo definito nel precedente percorso di Bilancio delle competenze.

I soggetti giunti a conclusione dell’intero percorso dai 17 che hanno effettivamente avviato il percorso sono 14.

Ad un mese di distanza dall’intervento si può registrare un follow-up positivo: dei 14 Neet coinvolti sino alla conclusione del percorso 5 hanno trovato un lavoro, 1 ha attivato un tirocinio e 5 sono rientrati nella formazione professionale:

  • 1 Contratto di apprendistato come catenista orafo (Diplomato)
  • 1 collaborazione come operatrice dopo scuola presso coperativa (Laureata)
  • 1 contratto come manutentore verde (licenza media)
  • 1 Contratto a chiamata come Barman e futura iscrizione ad università Economia e Commercio (Diplomato)
  • 1 contratto di collaborazione (terzo settore)
  • 5 Drop-out si sono inseriti nel corso di qualifica da Parrucchiere e hanno trovato in autonomia il negozio dove poter svolgere lo stage previsto dal percorso (aggiornamento: a due dei ragazzi coinvolti è stato offerto già un contratto al termine dello stage)
  • 1 tirocinio come disegnatore cad e progettista nel settore delle energie rinnovabili (Laureato)

Per quanto concerne la fase di reperimento dei NEET Migranti, sempre per il territorio di Arezzo, è emerso un forte bisogno di orientamento e supporto lavorativo anche per cospicui gruppi di migranti/rifugiati. Una volta conosciuta la nostra iniziativa progettuale, infatti, siamo stati contattati da enti e associazioni che si occupano di rifugiati.

Questo target d’utenza soffre di scarsa efficacia dei servizi di informazione, i nostri dati rilevano che soltanto una limitata parte di persone sono state informate della possibilità di aderire al programma Garanzia Giovani al fine di poter usufruire di bonus occupazionali: persino i ragazzi che si sono recati al Centro per l’Impiego non hanno ricevuto le informazioni utili a supportare la propria collocazione. I soggetti che si occupano della gestione di migranti/rifugiati si trovano a doverli gestire senza poter contare su una reale collaborazione dei servizi pubblici territoriali (anche la redazione dei Cv viene fatta per esempio dalle operatrici delle associazioni o dall’ufficio immigrazione), per cui si è reso necessario istituire percorsi di orientamento al lavoro per loro (in molti casi dovendo superare anche la barriera linguistica).

Il gruppo complessivo (articolato in più sotto-gruppi per l’intervento) è stato composto da 40 soggetti rifugiati provenienti dall’associazione Casa delle Culture, Oxfam e dalla Fraternità dei Laici.

Il percorso è stato strutturato in 4 azioni.

La prima azione ha previsto un’intervista autobiografica secondo il modello Draperi. In questa fase iniziale hanno partecipato tutti i 40 soggetti, dove hanno avuto la possibilità di far emergere e riconoscere “Storie di vita” davvero singolari. L’intervista autobiografica ha permesso ai migrati di riappropriarsi del loro cammino, per quanto doloroso e complesso.

Terminata la fase delle interviste i migranti hanno iniziato il percorso per la realizzazione del digital curricula story. La durata di questa seconda azione è di 20 ore suddivisa in 5 incontri di 4 ore ciascuno.

Il Digital Curricula Story si presenta come uno strumento innovativo e narrativo, è un breve racconto personale di circa 2 minuti, realizzato con strumenti digitali e accompagnato da una sequenza fotografica. I migranti hanno così la possibilità di creare un video che parla di loro e di vedere assegnata dignità alla propria storia.

Successivamente alla creazione del Digital Cv Story i partecipanti hanno proseguito con il percorso di tecniche di ricerca attiva del lavoro. Questa azione ha avuto, per loro, la durata di circa 10h (con inevitabili prosecuzioni individuali). Il percorso è stato calibrato sull’esigenza di trovare un’occupazione tendenzialmente pratico-manuale. In questa fase è stata proposta al gruppo l’idea di inviare ad un ipotetico datore di lavoro sia il cv classico che il Digital cv, perché attraverso il secondo cv, che si avvale dell’ausilio di un video, si racconta a tutto tondo la persona favorendo un’attivazione anche del piano emotivo dell’interlocutore.

La quarta e ultima azione ha visto i migranti sostenere un colloquio di orientamento personalizzato.

A due settimane di distanza dall’intervento il Follow-up si può considerare positivo.

Dei 40 Neet migranti coinvolti nel percorso, 30 hanno effettivamente partecipato, 19 hanno partecipato all’intero percorso fino alla sua conclusione e 1 ha trovato un tirocinio (addetto alle pulizie) mentre 10 si sono iscritti al programma Garanzia Giovani, 3 stanno attendendo di iniziare piccoli lavori di manutenzione presso la cooperativa di appartenenza dove saranno retribuiti con voucher. Una proposta di assunzione non è stata purtroppo finalizzata per problemi di tipo burocratico.

A chiusura di questo progetto è stato organizzato un convegno “NO NEET Modellizzazione di strumenti e percorsi per la riattivazione dei Neet” ad Arezzo il 07/4/2016 presso la Casa delle Culture.

In apertura del percorso, invece, il progetto ha co-organizzato il convegno Le Storie siamo noi presentando i propri dati di ricerca iniziale sulla consistenza e la percezione relativa ai Neet.

No-Neet 2

OBIETTIVI:

Il progetto intende proseguire le azioni implementate da “No Neet”, concentrandosi in particolare su: monitoraggio ex-post dei risultati del progetto precedente; intervista trasformativa e bilancio di competenze di gruppo; inserimento in strutture e azioni di volontariato per lo sviluppo di competenze di reti relazionali; realizzazione di micro percorsi di formazione strettamente legati all’occupabilità; eventuale inserimento in percorsi formativi promossi da altri soggetti o azioni di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Lo scopo della ricerca azione-trasformazione è di intervenire attraverso l’utilizzo delle storie dei Neet ricavate dalle interviste (l’approccio utilizzato, pur senza seguire alla lettera il lungo protocollo, è quello di Jean-François Draperi), al fine di constatare cambiamenti nel soggetto soprattutto legati all’autoefficacia nella ricerca del lavoro.

Anche No Neet 2 si è svolto nelle aree di Arezzo e Grosseto.

 

No-Neet 2 a Grosseto

 

Tempo di realizzazione del progetto: mese di inizio Febbraio 2016, mese di fine Luglio 2017

Attività e fasi

La prima attività ha riguardato la promozione: è stato elaborato un logo, creato un flyer, che è stato poi distribuito e pubblicato sul sito dell’agenzia formativa ed inviato tramite newsletter dedicata.

I Neet che sono stati incontrati dai consulenti di orientamento dell’Altra Città hanno per lo più espresso delle esigenze riconducibili alle seguenti macrotipologie di richieste:

  1. Scrivere o riscrivere un curriculum vitae efficace.
  2. Comprendere come collocarsi nel mondo del lavoro dopo alcune esperienze non fruttuose.
  3. Dare supporto a giovani, italiani e stranieri, che sono sfiduciati e non sanno cosa cercare, o chiedere, ad un mondo lavorativo che, a detta loro, li evita.

I percorsi di orientamento si sono strutturati in incontri individuali e, talvolta, di gruppo, a seconda delle esigenze.

Durante gli incontri sono stati utilizzati strumenti utili al raggiungimento degli obiettivi concordati con i partecipanti, tra i quali:

  • Il curriculum vitae Europass si è rivelato uno strumento fondamentale per ricostruire il percorso scolastico e professionale. Spesso i ragazzi pensavano di non avere niente da scrivere nei loro curricula perché le esperienze lavorative che avevano svolto erano a nero oppure perché avevano aiutato i genitori nelle loro attività, non considerando questi contesti come luoghi di apprendimento di conoscenze, abilità e competenze. Stimolare la riflessione sulle esperienze lavorative o anche solo scolastiche, declinando e analizzando nel dettaglio le attività svolte, consente di acquisire consapevolezza sulle proprie capacità e consente poi di mettere in relazione il proprio trascorso e i propri interessi e caratteristiche in modo da essere consapevoli di ciò che si è, di ciò che ci piace fare e di cosa ci riesce bene fare. Oltre alla ricostruzione delle esperienze formative e lavorative, con il curriculum è stato fatto anche il lavoro di descrizione delle competenze comunicazione, organizzative e professionali. Anche per questo tipo di attività è stato necessario stimolare la riflessione nei ragazzi, per consentire che trovassero la loro modalità per esprimere le loro caratteristiche.
    Il curriculum vitae Europass è uno strumento che viene utilizzato dai nostri esperti anche in fase di orientamento con i ragazzi che frequentano le classi V delle scuole secondarie di secondo grado e che sono in procinto di affacciarsi per la prima volta nel mondo del lavoro.
  • Quando la situazione lo richiedeva è stato utilizzato dai consulenti di orientamento dell’agenzia formativa uno strumento particolare – L’Autobiografia Ragionata. Si tratta di un colloquio semi-direttivo, teso a ricostruire la traiettoria personale dell’intervistato, che viene chiamato persona-progetto. Chi gestisce il colloquio è chiamato invece persona-risorsa, e ha il solo compito di vigilare sul suo corretto svolgimento, fornendo un contenitore alla persona-progetto. Quest’ultima racconta i “fatti sociali” della propria vita, ripercorre le tappe fondamentali e le scelte intraprese nel proprio percorso, rievoca ricordi dimenticati e individua, supportato dalla persona risorsa, i fili conduttori.
  • Il Bilancio di competenze è un altro strumento utilizzato, costituito da schede o semplicemente da domande aperte fatte dall’orientatore, che serve per analizzare le proprie esperienze e attitudini con l’intento di rilevare le capacità acquisite e le risorse da mettere in gioco in vista di uno o più obiettivi individuati e analizzati. .
  • Sono stati attivati dei laboratori legati al fronteggiamento delle situazioni lavorative in cui sono stati presentati ai ragazzi stimoli narrativi e video grazie ai quali è stata avviata  la riflessione moderata dagli orientatori. Sono state fornite indicazioni utili sulle modalità con le quali affrontare un colloquio di lavoro in maniera efficace, partendo dalla consapevolezza delle proprie risorse.
  • Sono stati anche attivati laboratori specifici rivolti a migranti legati al colloquio di selezione in occasione dei bandi del Servizio Civile Regionale emessi dalla Regione Toscana. Oltre alla elaborazione del curriculum, i migranti hanno partecipato ai laboratori presentando sé stessi e simulando colloqui di selezione.
  • Con alcuni ragazzi migranti è stato sperimentato il Digital Curricula Story, un modo per entrare in contatto e conoscere i ragazzi che hanno raccontato se stessi attraverso disegnando e scrivendo su cartoncini attraverso domande stimolo quali: “sono partita/o dal  mio paese nel..”, “avevo in mente di..”, “come sono fatto…”, “cosa mi piace”, “il momento più bello da quando sono arrivato”
  • Inserimento in reti sociali e attivazione di percorsi di volontariato, al fine di offrire esperienze, relazioni e conoscenze, fondamentali sia per i ragazzi italiani disorientati che per i ragazzi migranti offrendo loro una possibilità di integrazione. La rete sociale mantiene attivi, dà senso e valore alle esperienze informali.
  • Attivazione, in collaborazione con CNA di Grosseto, di attività centrate sull’incremento dell’occupabilità o di accompagnamento al lavoro.

Numeri

I Neet che si sono effettivamente presentati in sede, dopo contatti telefonici o dopo il passaparola, sono stati 90, quelli  che poi hanno concretamente avviato un percorso di orientamento all’occupabilità sono stati 60.

Per la precisione, 45 maschi e 15 femmine. 31 italiani, 1 ragazzo polacco e 28 richiedenti asilo

  • 28 ragazzi incontrati sono stati inseriti in percorsi di formazione professionale. Nello specifico, 9 migranti sono stati iscritti ed hanno portato a termine un percorso formativo di auto imprenditorialità, che è stato concluso con la redazione di un business plan. 15 ragazzi italiani sono stati inseriti in un percorso di formazione e inserimento lavorativo. 4 ragazzi italiani hanno concluso il percorso di orientamento iscrivendosi all’università.
  • 8 ragazzi hanno trovato lavoro in seguito al percorso di orientamento. 6 di loro sono italiani e 2 stranieri, usciti dal percorso di accoglienza per richiedenti asilo in quanto hanno ottenuto il permesso di soggiorno umanitario. Per questi ultimi, si è rivelato fondamentale l’attivazione di reti di volontariato e in un caso c’è stato anche il riconoscimento delle competenze del volontario all’interno del Progetto RICOV del Cesvot
  • 11 migranti sono stati inseriti in percorsi di volontariato, con l’obiettivo di offrire loro conoscenze, relazioni e occasioni per imparare meglio la lingua italiana
  • 13 ragazzi stanno cercando attivamente lavoro, grazie agli strumenti conosciuti e sperimentati nel percorso di orientamento.

 

 

No-Neet 2 a Arezzo

Il progetto “NoNeet2” ha proseguito e implementato le azioni del precedente  progetto “NoNeet” che, utilizzando gli strumenti dell’intervista trasformativa e il bilancio di competenze aveva cercato di verificare i cambiamenti determinati da questi strumenti nei livelli di auto-efficacia nella ricerca del lavoro dei giovani coinvolti nel progetto. Gli esiti molto positivi hanno determinato differenti forme di attivazione e una riaccensione della motivazione individuando come determinanti le azioni relative all’identificazione dei bisogni, allo sviluppo di desideri e di competenze progettuali e al rinforzo dell’agentività. Sono state attivate varie forme di contatto per coinvolgere giovani non inseriti in percorsi di istruzione, né di formazione, né inseriti nel mondo del lavoro (i neet): a tal scopo sono stati utilizzati i social mediante l’utilizzo di messaggi e immagini costruite ad hoc per il target group; si sono utilizzate differenti forme di comunicazione peer to peer in luoghi di aggregazione del territorio aretino (Centro Giovani di Villa Severi, Informagiovani Comunale, Casa delle Culture); è stata mantenuta un’interazione costante con servizi pubblici quali i Centri per l’impiego, il già citato Informagiovani e la Rete di servizi per giovani ai quali aderisce, le amministrazioni comunali, le scuole professionali e scuole serali; si sono tessuti rapporti con servizi privati come cooperative che gestiscono centri-giovani.

In questo modo sono stati contattati direttamente circa 300  Neet a cui si devono aggiungere i contatti attraverso i social più difficili da quantificare (le quantificazioni delle visualizzazioni non forniscono indicazioni precise sui target di appartenenza di chi ha visionato dei “post”).

Questa fase di “ricerca” dei giovani fruitori del percorsi del progetto “NoNeet2” ha consentito di creare una “rete” e uno sportello presso l’Associazione Pratika Onlus disponibile in modo permanente per i Neet e per i DropOut che avessero necessità orientative. La Rete costituita ha anche una funzione di “invio” e “segnalazione” rispetto a necessità orientative di questi target con i quali i “nodi” della rete (i vari soggetti sopra citati con i quali si sta costruendo un rapporto di fiducia e collaborazione) vengono quotidianamente in contatto. I Neet che si sono effettivamente presentati in sede, dopo contatti telefonici o mail (o facebook), sono stati circa 100, quelli  che poi hanno concretamente avviato un percorso di orientamento all’occupabilità sono stati 70.

Tempo di realizzazione del progetto (Arezzo 2^ fase): mese di inizio Luglio 2016, mese di fine Luglio 2017.

Attività e fasi

Per tutti i partecipanti la fase preliminare ha previsto un primo colloquio individuale, di conoscenza delle persone, delle motivazioni e delle aspettative rispetto al percorso. Successivamente si è proceduto  con  una fase di orientamento e con un bilancio di competenze individuale utile a consentire l’emersione di una progettualità per poi poter offrire una risposta “mirata” ad ognuno/a: in termini di inserimento in percorsi formativi qualificanti (ove se ne presentasse la necessità, in relazione al gap formativo tra stato attuale e obiettivo lavorativo) o in termini di accompagnamento alla ricerca attiva di lavoro o all’auto-imprenditorialità.

Complessivamente, per ogni gruppo sono state svolte 32 ore.

Per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto  sono stati utilizzati  i  servizi di informazione e orientamento al lavoro presenti nel territorio e si è favorita la conoscenza dei vari programmi pubblici di supporto e del tipo di aiuto che possono fornire (in relazione ai differenti obiettivi di ciascuno).

Gli approcci utilizzati, afferenti ai modelli formativi di orientamento, hanno favorito la valorizzazione delle competenze formali e informali possedute dai partecipanti.  Nello specifico è stato svolto un lavoro di sostegno all’autodeterminazione della persona, alla motivazione e all’orientamento volti all’acquisizione di autoconsapevolezza, al recupero della propria immagine, della fiducia in sé e negli altri, alla scoperta del proprio potenziale, all’elaborazione e realizzazione di un progetto personale di autonomia.

È stato messo in evidenza il ruolo delle competenze trasversali, che permettono ai soggetti di trasferire e implementare competenze specifiche, da un contesto professionale all’altro in relazione alle proprie specifiche competenze, motivazioni e, appunto, alle situazioni contestuali.

Partendo da un bilancio delle proprie competenze, un inventario delle proprie aspirazioni, un’analisi dei propri obiettivi professionali, ogni partecipante ha preparato il proprio Curriculum in forma digitale. Il “biglietto da visita” che permette di catturare l’attenzione del “selezionatore” e può aprire la strada al colloquio e la costruzione di una “lettera elettronica di presentazione” con la funzione strategica di incrementare le opportunità di ottenerlo.

L’ultima parte del percorso dedicata alla “ ricerca attiva del lavoro” è stata dedicata al reperimento  di informazioni sul mercato del  lavoro, sui profili professionali richiesti dalle aziende del territorio, orientando la ricerca in relazione a quanto emerso nelle fasi precedenti.

Sono stati utilizzati vari strumenti per avere una visione chiara della domanda/offerta sul territorio: networking; autocandidatura; banche dati; ricerche su internet; offerte di lavoro sui siti dei Centro per l’Impiego e delle Agenzie per il lavoro. Questa fase ha previsto anche la visita, accompagnati dai consulenti di orientamento di Pratika, e l’incontro con gli operatori territoriali del CPI e di alcune Agenzie per il lavoro di Arezzo (accompagnamento al lavoro).

Durante il progetto sono stati inoltre proposti  micro percorsi d’informatica e di lingua inglese, facendo riferimento alle macro Aree tematiche del sistema di Web Learning della Regione Toscana TRIO .

Informatica: Office 2013 Word – 3354 – TQR – W

Office 2013 Outlook – 3357- TRQ – W

Lingua Inglese: Surfing in the World Wide Web – 0131 – TRL – W

Likes and needs – 0502 – TRL – W

Beneficiari

NoNeet2 proseguendo  le azioni previste nell’anno precedente, ha coinvolto nuovi soggetti  e ha preso in carico anche i soggetti che nel progetto n. 1 non hanno completato il loro percorso per vari motivi o non hanno trovato una collocazione formativa/occupazionale.

Sono stati attivati 4 gruppi:

2 gruppi, ognuno dei quali composto da 15 persone, principalmente cittadini extra U.E. di diversa provenienza/nazionalità, provenienti dalla Costa D’avorio; Guinea; Sierra Leone; Ghana; Nigeria; Georgia; Bangladesh e Senegal.

In questo caso, le attività sono state svolte presso la sede della “Casa delle Culture” di Arezzo, punto di riferimento per molti di essi ancora impegnati in corsi di lingua italiana.

No-Neet 3

OBIETTIVI:

No Neet 3 nato in continuità con due analoghe iniziative di successo finanziate dalla Fondazione Cr Firenze ha offerto un sostegno concreto e qualificato ai giovani alla ricerca di un inserimento nel mondo del lavoro. E’ proprio partendo da questi bisogni che No Neet 3 ha offerto occasioni di incontro e confronto su:

  • scoprire le proprie competenze
  • descriverle in modo chiaro

Conoscere bene le proprie caratteristiche personali è particolarmente importante in quanto permette di:

  • mettere a punto un progetto professionale con un obiettivo ben definito
  • scegliere l’ambito di lavoro o il settore in cui impegnarsi
  • costruire un piano d’azione focalizzando le azioni e le risorse necessarie a metterlo in pratica.

Attraverso incontri individuali e di gruppo e brevi percorsi formativi, i partecipanti hanno potuto sviluppare strumenti e allenarsi a fronteggiare situazioni in cui effettuare scelte, di natura lavorativa o di istruzione/formazione.

 

 

DIST – Digital Storytelling for Spreading and Promoting Entrepreneurship

Dist è un acronimo che sta per Digital Storytelling for Spreading and Promoting Entrepreneurship, che letteralmente significa storytelling digitale per promuovere e diffondere l’imprenditorialità ed il senso di autoimprenditorialità Si tratta del nome di un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Ersamus+, KA2 (Cooperation for Innovation and the Exchange of Good – Practices Strategic Partnerships for vocational education and training) di cui è capofila ASEV (Agenzia per lo Sviluppo Empolese Valdelsa) e che comprende altri cinque partner: Università di Lodz (Polonia); Arges County Businessman Association (Romania); Fundacio Cecot Innovacio (Spagna); CDi Manager Srl (Italia) e Associazione Pratika (Italia).

Il progetto DIST mira a promuovere l’educazione all’imprenditorialità e il suo insegnamento tramite lo sviluppo di una specifica metodologia e di una serie di strumenti educativi basati sullo Storytelling. Lo Storytelling è utilizzato oggigiorno in molti campi di ricerca e di intervento (educativi, organizzativi, politici, d’intrattenimento, etc). La narrazione costituisce il modo normale con cui gli esseri umani pensano: attraverso le micro narrazioni gli uomini danno significato agli eventi della vita e condividono valori con gli altri, instaurano una relazione profonda con le altre persone. Lo Storytelling è molto efficace in quanto unisce il razionale e l’irrazionale e suscita l’identificazione e l’emulazione nell’ascoltatore. La crescita e la diffusione del web rende ora possibile un ampliamento della diffusione dello Storytelling anche nei campi dell’educazione e della formazione.

Già da venti anni, in Toscana, e da qui in tutta Italia, si è cominciato a parlare di orientamento narrativo, un metodo ideato nel 1997 (Batini, Salvarani, 1999a, 1999b; Batini, Zaccaria, 2000; 2002), che lavora attraverso l’utilizzo di narrazioni (romanzi, racconti, film, immagini, canzoni) e di materiali biografici (direttamente, metaforicamente) delle persone che sono al centro del processo di orientamento e di formazione.

Secondo questa metodologia orientare un individuo “significa trasferirgli competenze di autorientamento, con la finalità di scelte (il plurale è d’obbligo) immediate o future, in direzione di una decisione o per una lettura più appropriata di un contesto esistenziale e/o professionale, per progettare un percorso formativo o per migliorare la percezione di sé in direzione di un’efficacia maggiore nell’azione di soddisfacimento dei propri bisogni, di realizzazione dei propri progetti e desideri, in direzione di una maggiore chiarezza su questi stessi” (Batini, Del Sarto, 2007, p.48).

A partire da questa peculiare metodologia, ideata e sviluppata ad Arezzo all’interno di Associazione Pratika Onlus, uno dei tre partner italiani del progetto, sono stati sviluppati gli strumenti e gli output intellettuali del progetto DIST, che sono poi stati testati, durante i primi sei mesi del 2018, in tutti i paesi partner su un pubblico di quasi 500 persone tra formatori, aspiranti imprenditori, studenti, disoccupati, imprenditori.

Nell’ambito del progetto sono state prodotte video interviste narrative a numerosi imprenditori provenienti da tutti e quattro i paesi partner, e a partire da queste preziose testimonianze sono stati prodotti e sperimentati i seguenti output:

  • Una Guida all’utilizzo dello Storytelling per la formazione (curata da Pratika, portatrice della metodologia, che si è occupata anche della formazione dei ricercatori dei partner europei coinvolti)
  • Video arricchiti con strumenti di apprendimento formativi
  • Video a tema per le agenzie formative professionali
  • Formazione online per formatori, ideata a partire dai presupposti del metodo narrativo in orientamento
  • Formazione online per adulti disoccupati, ideata a partire dai presupposti del metodo narrativo in orientamento

Risorse

Tutti gli strumenti possono essere utilizzati direttamente a distanza dal target group definito, ma anche mediati dagli insegnanti con una modalità di formazione impostata sulla tradizionale classe faccia a faccia.

Tutti i prodotti intellettuali sono disponibili sul sito web del Progetto (www.distproject.eu ). In particolare tutti gli utilizzatori, sia appartenenti ai gruppi target che non, possono vedere I video con le interviste, disponibili sul canale YouTube dedicato con I sottotitoli in inglese, così come possono scaricare la Guida Storytelling e tutti i Corsi on-line ( per formatori, aspiranti imprenditori e imprenditori) , con i relativi quiz. Grazie a questi quiz, tutti avranno l’opportunità di ricevere uno specifico certificato di frequenza dei Corsi on-line. Tutti i prodotti del progetto sono disponibili sulla piattaforma Moodle ( http://www. distproject.eu/distmoodle/) in modo molto dettagliato, così come in altri OER (Open Educational Resources).

Guida

Guida all’uso dello storytelling per la formazione

La guida che abbiamo realizzato nell’ambito del progetto europeo DIST

Scarica la Guida

Piano automiglioramento scuole

Scheda Progetto

Obiettivo generale del progetto è stato quello di supportare le scuole – della provincia di Arezzo e della provincia di Firenze – nella modellizzazione di tipologie di intervento sulle problematiche emerse attraverso la compilazione e l’interpretazione del RAV (Rapporto di Autovalutazione) previsto dal MIUR e la costruzione di un modello di report nel quale si va a delineare la strategia dell’istituzione scolastica per il fronteggiamento delle problematiche esportabile in altri contesti scolastici. Si è cercato inoltre di individuare step automatici di intervento e di accentuare l’importanza della condivisione e della visione in modo da coinvolgere l’intera struttura scolastica.

L’art. 6 del D.P.R. n. 80/2013 ha dato avvio alla valutazione del sistema educativo di istruzione con il contributo delle autonomie. È stato un momento importante per completare il processo iniziato con l’attribuzione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche. In questo modo le scuole sono state responsabilizzate “nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento” e il Sistema Nazionale di Valutazione ha come fine il “miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti”. L’analisi che le scuole hanno svolto partendo dal RAV previsto dal MIUR ha portato all’emersione delle problematiche che rendono fragile l’istruzione all’interno dei vari contesti scolastici.

La difficoltà maggiore che si è dovuta affrontare è stata quella di riuscire a formalizzare i dati emersi in un’analisi coerente e indicativa delle azioni da sostenere per risolvere tali criticità.

Con il sostegno offerto al GAV e al DS si è cercato di ridurre al minimo le difficoltà di organizzazione e di schematizzazione delle informazioni in modo da favorire lo sviluppo delle azioni più idonee tenendo presente i vari Piani che le scuole già possedevano favorendone la condivisione e la visione.

La necessità è stata quindi di prevenire il rischio che RAV e Piano di Automiglioramento rimanessero al livello di adempimenti burocratici. Il progetto è servito quindi a tradurre in azioni concrete, tesaurizzando l’esperienza dei progetti regionali per l’implementazione del Piano di Gestione delle Diversità, le risposte ai problemi individuati ma anche alla retroazione sulle modalità di individuazione dei problemi stessi.

Modalità Svolgimento

  • Affiancamento docenti GAV e DS personalizzata: 50 ore per scuola di interventi di formazione/consulenza di cui 10 ore in presenza per l’analisi dei risultati del monitoraggio. 20 in presenza (5 ore per 4 incontri) per l’analisi delle criticità e co-progettare soluzioni concrete, azioni per rimediare a criticità rilevate dal RAV. 20 ore a distanza per il coordinamento di quanto emerge dai singoli incontri.
  • 3 seminari da 3 ore: 1 con i docenti del RAV + gli altri docenti della scuola, 1 con i genitori, 1 con gli studenti – Strutturazione dei piani delle scuole coinvolte: 30 ore di cui 15 in presenza e 15 online di consulenza
  • Monitoraggio dei miglioramenti: 25 ore per l’analisi dei dati di miglioramento sugli obiettivi definiti in rapporto al RAV dell’anno precedente
  • Modellizzazione del materiale: 50 ore per la formalizzazione dei modelli e del manuale con le istruzioni per la redazione dello stesso
  • Diffusione: 10 ore per la realizzazione della pagina web e facebook di diffusione dei materiali prodotti

Educatore Familiare Domiciliare

Scheda Progetto

Il progetto (titolare: Cooperativa Electra) prevedeva attraverso un percorso formativo la formazione di educatori familiari domiciliari che sono andati a svolgere un ruolo di mediazione tra famiglia, scuola, risorse e servizi del territorio e affiancheranno e accompagneranno le famiglie con l’utilizzo di strumenti specifici in ambito cognitivo (es. software o esercizi mirati carta e matita), educativo (es. mappe concettuali, AAC) e interventi relazionali adeguati (es. interventi emotivo-comportamentali). Il percorso mirava a fornire tutte le conoscenze, tecniche e modalità necessarie al fine di rendere i futuri educatori eccellenti nella considerazione dei bisogni, degli interessi, delle risorse personali e delle opportunità del contesto del ragazzo, individuando successivamente le strategie opportune e modalità operative differenziate, in modo da fornire lo sviluppo dell’autonomia e delle capacità di comunicazione e assicurarne l’integrazione e la partecipazione.

Europrogettazione per la Scuola

Scheda Progetto

L’attività formativa ha trattato la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 dell’UE, concentrandosi su Erasmus+, il nuovo programma dell’UE a favore dell’istruzione, della formazione, dei giovani e dello sport, e gli elementi di tecnica progettuale per supportare i partecipanti nell’elaborazione e nella stesura di un progetto ammissibile, efficace e coerente. L’obiettivo era offrire e sperimentare strumenti progettuali operativi per le scuole che intendavano presentarsi come candidate ad ottenere un finanziamento attraverso bandi locali, regionali, nazionali.

Il progetto era rivolto a insegnanti delle scuole secondarie, referenti della progettazione e personale di agenzia delle scuole di tutta la Toscana.

Europrogettazione per la scuola si è articolato in lezioni seminariali teorico-pratiche per una durata complessiva di 100 ore e attività di project work assistita di 50 ore.

Ebook Gratuito

Le competenze progettuali sono, oggi, fondamentali per le istituzioni scolastiche per reperire risorse su bandi e avvisi nazionali ed europei.

La Fondazione CR di Firenze ha inteso, finanziando il presente progetto, contribuire al rafforzamento di queste competenze in linea con la sua mission.

Scarica l’ebook gratuito

 

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