Quel prodigio di Rex: sogni, scrittura ed un po’ di magia
- Titolo: Quel prodigio di Rex
- Autore: Patricia MacLachlan
- Data di pubblicazione: 18 febbraio 2021
- Editore: HarperCollins
- Pagine: 112
Di cosa parla:
“Ho sette anni, e presto la mia vita si riempirà di cose prodigiose”
Inizia così la storia di Grace, una bambina che, grazie a sua zia Lily, impara ogni giorno tante parole nuove e sofisticate. Figlia di genitori medici spesso impegnati per lavoro, Grace trascorre molto tempo con la zia che di lavoro fa la scrittrice e, una volta alla settimana, si riunisce con “le L” per il gruppo di scrittura. La storia prende una svolta magica quando la zia, in preda al blocco dello scrittore, pubblica il seguente annuncio: “SCRITTRICE CERCA ASSISTENTE, COACH, AIUTANTE PER ISPIRAZIONE ED UN PIZZICO DI MAGIA”. E indovinate un po’ chi bussa alla loro porta? Ma certo, avete capito benissimo, un labrador nero di nome Rex, più o meno come quello che vedete in copertina.
Rex non parla, ma troverà comunque un modo molto particolare di comunicare con Lily e Grace aiutando entrambe a superare le loro difficoltà: in un caso il blocco dello scrittore, nell’altro un compito assegnato dalla signora Luce, la maestra di Grace.
In che modo si può usare questo testo in classe:
Oltre ad essere una lettura molto piacevole e molto scorrevole, Quel prodigio di Rex offre molteplici spunti di riflessione su tematiche talvolta complesse da trattare con i bambini.
Prima di parlare di temi ed argomenti, vorrei però fare una precisazione sull’età di lettura. Le indicazioni ufficiali lo collocherebbero come un 9+, ma mi sento di dire che, se letto ad alta voce in classe, questo libro è perfetto per le prime due classi della scuola primaria. Non dimentichiamoci, infatti, che la protagonista ha solo 7 anni e l’età dei protagonisti è un aspetto molto rilevante per i giovani lettori (o ascoltatori in questo caso).
Per quanto riguarda i temi che possono essere affrontati a partire da questa lettura, vi riporto di seguito quelli che considero più salienti in ottica di lettura ad alta voce e prevenzione della dispersione scolastica.
Leggere per ampliare il proprio vocabolario:
Capisco che questo titolo possa sembrare piuttosto prescrittivo, ma uno dei pregi di questo romanzo è proprio la capacità di rendere semplici e magici concetti che, altrimenti, sembrerebbero vere e proprie imposizioni.
Zia e nipote sono entrambe scrittrici e va da sé che il ruolo delle parole come strumento per esprimere il proprio mondo interiore sia molto presente durante tutta la narrazione.
Non solo, sin dalle primissime pagine ci è chiaro che la piccola protagonista conosce molte più parole rispetto agli altri bambini e questo è grazie al suo rapporto con zia Lily che, per dirla con le parole di Grace, “passa il tempo ad amare le parole” e ad insegnarle alla nipote.
Non so a voi, ma a me è venuto subito in mente il ‘million word gap’.
Riconoscere e supportare i talenti:
Grace fatica molto a convertire i suoi pensieri in parole, Rex è l’elemento magico che l’aiuterà a superare le sue paure, ma la bambina è costantemente supportata dalla zia e dalla maestra che non dubitano mai della sua capacità di riuscire e la sostengono costantemente. Inoltre, la signora Luce intuisce prima di tutti il desiderio della bambina di scrivere, le regala un diario personalizzato e la incoraggia con gentilezza:
«Non sono capace di scrivere storie» le dico. «Solo mia zia lo sa fare.»
La signora Luce sorride. «Ti conosco meglio di quanto credi» risponde. «Dentro di te ci sono delle storie. Un giorno troverai una storia o una poesia da raccontare.»
Poiché a volte le parole degli adulti non bastano, dopo l’arrivo di Rex l’autrice fa sbucare da un biscotto della fortuna un bigliettino con su scritto: “il tuo talento sarà presto riconosciuto”. A questo punto il gioco è fatto e Grace riuscirà finalmente a riempire la prima pagina del suo diario con queste meravigliose parole:
“Ho sette anni, e mi sto mettendo a scrivere per la prima volta.
Conosco molte parole, ma non so come metterle insieme per creare una storia da quello che sento e quello che penso.
Ma ho un aiuto.
E forse quell’aiuto farà parte della mia storia.
Grace”
Chi di noi, grandi e piccini, non si riconoscerebbe nelle parole di Grace?
Empowerment:
Sostenere nello sviluppo della consapevolezza del sé, è uno degli obiettivi pedagogici più complessi ed importanti ed anche in questo caso la MacLachlan, attraverso le parole di Grace, ci offre un esempio chiaro, semplice e struggente di cosa significhi credere nelle proprie potenzialità:
“Ho sette anni.
Sono una scrittrice.
So che le cose non stanno mai ferme.
So una cosa prodigiosa.
So che crescerò e Rex non sarà più con me.
Ma non sono triste se ci penso perché avrò sempre un sussurro nella testa che mi suggerirà le frasi e mi manderà le parole per districare e dare forma alle storie.
E quel sussurro lo chiamerò Rex.
Grace”
Qui il processo di empowerment è compiuto e Grace ci dimostra, non solo di essere consapevole delle proprie risorse, ma anche di non avere paura dei cambiamenti proprio perché sa di poter contare sulle proprie risorse interne ed esterne.
Perché mi è piaciuto:
Personalmente ho un debole per i romanzi di Patricia MacLachlan perché condivido con lei l’amore per i cani, per la lettura e per la scrittura, elementi che ricorrono in gran parte delle sue opere.
Apprezzo inoltre il suo modo di rendere semplici alcuni concetti piuttosto complessi grazie all’uso delle storie e delle metafore.
Anagraficamente parlando, sono decisamente più vicina alla zia Lily che a Grace, ma la scrittrice in erba ha da subito instaurato un dialogo profondo con la mia bambina interiore e credo che questa magia possa avvenire con qualsiasi lettore, indipendentemente dall’anno di nascita.
Per Approfondire:
Sara Di Crescenzio, insegnate di inglese e formatrice sta svolgendo il tirocinio del Master in Orientamento Narrativo e Prevenzione della Dispersione Scolastica dell’Università di Perugia presso Associazione Pratika