di Federico Batini
«È’ perfettamente vero, come dicono i filosofi
che la vita deve essere capita guardando indietro.
Ma essi dimenticano un altro ragionamento,
e cioè che deve essere vissuta guardando avanti.»
(Sören Kierkegaard)
Fare il genitore, si sa, è un mestiere difficile (Batini, Lambruschini, a cura di, 2006). Fare il genitore oggi diventa ancora più complesso per una serie di condizioni esterne e di difficoltà peculiari: la crisi economica, l’altissima disoccupazione giovanile, la fine delle certezze, la chiusura di prospettive di scelta certe che le generazioni precedenti hanno conosciuto.
I ragazzi e le ragazze si trovano, oggi, nella difficilissima condizione di avere una prospettiva di futuro peggiore di quello delle generazioni che li hanno preceduti. Le prospettive professionali e quelle relative al tipo di welfare (con in testa la questione delle pensioni), i contraddittori mutamenti, disorientanti, dei sistemi di istruzione, un’università circa la quale è sempre più complesso compiere delle scelte ragionevoli, legami affettivi che stanno mutando di forme ed intensità senza trovare, spesso, adeguate tutele in termini di diritti. Il mercato del lavoro diventa imprevedibile, legato ai mutamenti improvvisi e fuori dal controllo di ciascuno dei mercati finanziari, ciò che appariva governato dalle logiche più elementari ci sfugge traducendosi in qualcosa di iper-complesso.
Fare il genitore nell’epoca moderna e contemporanea non è stato semplice, ma, certo è stato un ruolo che conteneva in sé una speranza: poter riservare ai propri figli un futuro migliore del proprio presente, sperare che i propri figli incontrassero difficoltà, dolori ed ostacoli minori di quelli che si sono incontrati a nostra volta. Sinché l’esperienza individuale si inseriva in un sistema collettivo in cui questo era possibile ed, anzi, probabile, ovvero fino a che ciascuna generazione ha avuto, in media, una posizione sociale migliore di quella dei genitori, un “potere d’acquisto” più elevato, maggiori comodità, migliori condizioni igieniche, di salute, una alimentazione più sana e variata, uno stato che offriva garanzie maggiori delle precedenti e molto altro ancora, questa tensione era una sorta di spinta sociale alla speranza, al riporre fiducia nel futuro, al credere che ciò che non era vero e possibile oggi per sé lo sarebbe stato, un giorno, per i propri figli.
Che cosa si è rotto? Dove e come si è interrotta questa speranza?
Questo piccolo volume non offre soluzioni ad una crisi di difficile soluzione, la crisi di un modello di società più che una crisi ciclica di un sistema economico, ma offre degli appigli per poter essere, come genitori, un valido supporto ai propri figli nel momento delle scelte e, almeno, per evitare alcuni degli errori più frequenti, nella consapevolezza che nessun libro può sostituirsi ad una relazione significativa basata sulla capacità di ascolto autentico.
In un contesto di continua ridefinizione e ricerca della propria identità e del proprio “posto nel mondo” (compito al quale, certo, non ci si può sottrarre nell’età adulta) diventa essenziale avere un giusto, equilibrato (in un difficile bilanciamento tra presenza e non ingerenza), certo sostegno da parte dei genitori. Spesso alcune piccole informazioni e riflessioni, unite all’ascolto, all’affetto ed all’esperienza possono essere di utile complemento rispetto a quel difficile “mestiere” che è l’essere genitori di ragazzi che scelgono. Questo l’intento con il quale è stato “costruito” questo libretto: trattandosi un secondo step di un work in progress (già nel 2006, infatti, per l’editore Zona era stato stampato un primo volume dedicato ai genitori, intitolato: “Genitori di ragazzi che scelgono”, di Federico Batini e Leonardo Lambruschini) saranno graditissimi e utili tutti i suggerimenti che chiunque leggerà questo volumetto vorrà darci.
Il volume nasce all’interno di un progetto di sperimentazione e ricerca con il metodo dell’orientamento narrativo che ha coinvolto nella provincia di Livorno e, in piccola parte, nella provincia di Massa: insegnanti impegnati in un progetto di formazione; ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di primo e secondo grado coinvolti in percorsi di orientamento narrativo di gruppo con narrazioni guida (Batini, Cini, Lambruschini, Paolini, 2011); il Dipartimento di Scienze Umane e della Formazione della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Perugia (direzione scientifica di Federico Batini). L’intero progetto è stato realizzato da Pratika (www.pratika.net). L’intero progetto e la ricerca collegata sono stati resi possibili grazie alla Rete di Scuole con capofila l’Istituto Micali e il sostegno ed il finanziamento dell’Amministrazione Provinciale di Livorno. I risultati della ricerca sono stati presentati nel corso del Convegno Biennale “Le storie siamo noi”