di Simone Cini
Se un impiego importante rispetto a questo metodo è quello applicato all’analisi di servizi, partendo dai giudizi degli utenti su casi specifici e definiti di particolare interesse da chi analizza, il metodo può essere comunque applicato all’autoanalisi delle attività svolte, dei comportamenti tenuti, dei modelli adottati.
Chiunque, in molteplici situazione, ha sperimentato situazioni ambigue, difficilmente spiegabili. A molti è successo almeno una volta, alzandosi la mattina, di dire “oggi sarà una giornata pessima” e ritrovarsi invece a vivere esperienze piacevoli. O anche il contrario.
L’analisi di tali esperienze permette di definire script comportamentali o d’azione che intervengono nel nostro quotidiano, professionale o personale, e che stanno alla base di successi e insuccessi ma che noi, per pigrizia o stanchezza o difficoltà nell’individuare un modello di analisi, tendiamo a lasciar passare.
E se non si tratta di script può comunque permettere l’analisi di fatti emergenti riapplicabili in situazioni analoghe.
In ogni caso consente di affinare la percezione di sè e degli eventi che intervengono nel quotidiano.
Certamente la richiesta di risorse, fisiche ed intellettuali, è alta e l’attenzione deve essere tenuta costantemente in allerta (Il professionista riflessivo, D. Schon, Dedalo, 1993, Bari)
Sarebbe necessario, per l’analisi di tali fatti, tenere una sorta di diario nel quale andare ad analizzare quei momenti in cui:
- Un evento sia andato bene, o male, in maniera inaspettata
- Siano emersi problemi
- Si sia notato, ma non messo a fuoco, qualcosa che ha fatto la differenza (in positivo o negativo) nell’attività svolta
- Comunque l’analisi di quegli eventi o situazioni che hanno creato una rottura, in ambo i sensi, con la norma.