Raffaella Pajalich fin dal titolo di questo albo, che sembra suonare come un’antitesi, dichiara programmaticamente di scardinare i luoghi comuni, troppo spesso causa di discriminazioni: come non pensare anche all’ossimorico Orlando furioso di ariostesca memoria!
“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”: l’autrice mescola le carte in tavola; la lotta per la costruzione dell’identità e la ricerca di un’attrezzatura volta a salvarsi da sé, infatti, possono e devono riguardare anche una bambina.
La determinazione, la ricerca, la scelta di un’armatura che le calzi a pennello, a dispetto dello scetticismo altrui, fanno della nostra bambina, “ostinata nel suo metro scarso di altezza”, la protagonista della sua storia. Non una gabbia, non una corazza vuota di un cavaliere inesistente, per dirla con Calvino, ma un presidio colorato, rosso, sorridente, che si apre anche all’esterno ed è capace di spargere frutti nel mondo.
La potenza narrativa delle immagini di Alicia Baladan vanno nella stessa direzione: in copertina la nostra eroina cavalca un drago, come a suggerire che le paure vadano dominate, non annientate, al fine di trasformare gli ostacoli in risorse. Niente spade o giavellotti, ma libri e modelli femminili ad illuminare la strada: le armi a disposizione sono LE STORIE.
La chiave orientativa è ben intuibile: un albo da leggere in ogni ordine di scuola, come slancio verso percorsi narrativi che offrano a tutti strumenti utili a costruire una buona armatura per la vita!
Recensione a cura di Elisa Amadori, insegnante e tirocinante presso Associazione Pratika per il Master in Orientamento Narrativo e prevenzione della Dispersione Scolastica dell’Università di Perugia
- La bambina e l’armatura
- Raffaella Pajalich, Alicia Baladan
- Topipittori, 2021